Maria Concetta Nicolai – Thyrson Tinassein. Scuotendo il tirso, due conversazioni al femminile


Thyrson Tinassein. Scuotendo il tirso, due conversazioni al femminile
Maria Concetta Nicolai
Editore: suiDomina - Spoltore, 2020, 68 pagine.

Gli uomini lo hanno sempre saputo: l’iniziazione femminile è un fatto divino, non è soggetta a mediazioni e, pertanto, è temibile. Tanto temibile da divenire tragica per chi voglia guardarla dal di fuori, che poi significa conoscerne i lati apparenti e, in base a quelli, giudicarla con le conseguenze drammatiche che ne derivano. Noi (donne), per quanto fingiamo di dolercene, tuttavia non facciamo nulla per impedire questo equivoco maschile. Del resto l’iniziazione non si guarda e non si conosce: si vive nel “tempo dell’essere”.
Viverla, infatti, è l’unico modo per giungere alla sophrosyne. E questo, per inciso, è per dirla ai quei malevoli soloni che, da qualche secolo, vanno spargendo voci sulle presunte (da loro) ridotte capacità iniziatiche delle donne. Tuttavia qualche punto fermo da cui partire bisogna pur averlo e allora cominciamo con una domanda a cui cercheremo di dare risposta: chi sono queste erratiche estatiche ed eretiche iniziate da una divinità, che è la più divina di tutte, poiché è la Madre degli dei, di tutti gli esseri viventi e di tutte le cose che sono nel mondo? […]

Giancarlo Germanà Bozza – Il sussurro dell’Onda; la scoperta del sacro sulle vie del mare


Il sussurro dell’onda, La scoperta del sacro sulle vie del Mare
Giancarlo Germanà Bozza (con prefazione di Tiziano Busca)
Editore: Tipheret/Bonanno - Acireale/Roma, 2020, 200 pagine.
 ISBN: 978-88-6496-554-3

Un mosaico si è ricomposto e come in una trama preziosa si riannodano le mappe della conoscenza e della sapienza che si celavano sotto le polveri della storia millenaria dell’Uomo. La lettura dei personaggi, non solo in chiave misterica, come Adamo, Caino, Enoch, Matusalemme, Salomone, Hiram, Noè, Tubalcain, insieme al mito di Iside e Osiride, la formazione di una coscienza del Sacro attraverso il mito dei simboli rappresentati dall’Arca, dalla nave di Argo, dal “mare” del Tempio, ci offrono, in un susseguirsi di indagine e contestualità storica, una nuova finestra di lettura della Via Gnostica e del simbolismo massonico, e dei rituali che ad esso appartengono, saldando punti della via iniziatica tra loro apparentemente diversi. In questo lungo viaggio in mare dall’Oriente all’Occidente, i simboli ci guidano attraverso tante storie per arrivare alle origini della sacra stirpe del Graal e porre la prima pietra di un più grande edificio che sarà la tradizione iniziatica operativa del Rito di York.

Il volume è arricchito dalla prefazione di Tiziano Busca, già Sommo Sacerdote del Rito di York.

Wilma Pangher – Joseph Pangher 1893 – 1965


Joseph Pangher 1893-1965
Wilma Pangher
Editore: Giuseppe Laterza - Bari, 2020, illustrato, 540 pagine.
 ISBN: 9788866742586

Questo libro, veramente speciale, è tratto dai diari di Joseph Pangher, musicista e intellettuale istriano, costretto a fuggire dalla sua terra natale al termine del Secondo conflitto mondiale. Il profugo Joseph trovò, insieme alla propria famiglia, una seconda patria in Sardegna, dove visse felicemente fino alla morte, avvenuta nel 1965. Egli però non scordò mai la natìa Istria, la sua Istria, quella dell’infanzia e della gioventù, terra felice, benedetta da Dio, dove vivevano in pace etnie e culture diverse. Sapendo che quel mondo stava scomparendo, volle fissare i suoi ricordi e ebbe così origine il presente volume, un’opera memoriale, ma anche un saggio su una civiltà della tolleranza ormai scomparsa e una riflessione sull’uomo e suoi orizzonti, al tempo stesso angusti e infiniti.

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Oswald Wirth – I Tarocchi


I Tarocchi
Oswald Wirth
Editore: Mediterranee - Roma, 1973, 392 pagine.
 ISBN: 9788827201329

Oswald Wirth, esoterista vissuto tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi del Novecento, affiliato alle principali società segrete, seppe recepire e sintetizzare il pensiero e i principi delle più importanti correnti iniziatiche, servendosene per l’interpretazione dei segreti della Grande Opera, e dedicandosi allo studio dell’Alchimia, della Cabala e dei Tarocchi. Le Edizioni Mediterranee hanno pubblicato il suo celeberrimo I Tarocchi (1924), uno dei migliori testi sull’argomento, e il testo medico-filosofico L’imposizione delle mani.

Il volume contiene un mazzo di 22 carte – gli Arcani Maggiori – stampato a 6 colori . Il Wirth esamina e spiega tutti gli aspetti occulti ed esoterici dei Tarocchi, risalendo alle origini della loro complessa simbologia e presentandone il lato alchemico, quello astrologico, quello magico-religioso e quello esoterico moderno. Certamente, i Tarocchi possono venire usati anche come strumento divinatorio, e l’autore infatti illustra anche questo loro aspetto, chiarendo i molteplici significati di ciascun Arcano e il modo in cui farne uso, tuttavia questa non è che una faccia, forse la più popolare, di un poliedro. L’opera di Oswald Wirth dedicata ai Tarocchi è la più famosa mai pubblicata su questo argomento; ed è anche la più importante, la più seria e la più completa. Questo spiega come essa abbia mantenuto inalterata nel tempo la sua validità, nonostante che numerosi autori abbiano cercato di emularla. La si può, in realtà, definire un’opera ispirata. È noto infatti come Oswald Wirth, vissuto tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi del Novecento, fosse un iniziato. Conscio del valore universale del simbolo, Oswald Wirth riteneva di poter ricondurre l’insegnamento delle varie scuole esoteriche ad una matrice comune, mediante l’impiego di una simbologia generalizzata, derivata direttamente dai concetti archetipici del pensiero magico. Egli, pertanto, esamina i Tarocchi come un libro muto, potenzialmente in grado di rispondere a tutte le domande. Non per nulla gli occultisti affermano che – a saper cercare – nei Tarocchi si possono trovare i segreti dell’universo, il ritmo nascosto che guida la danza della vita. Approfondendo lo studio dei Tarocchi si troveranno significati sempre nuovi e sempre, comunque, adeguati al livello iniziatico ed evolutivo di colui il quale vi si dedica.

l’Ateneo… al Polo Nord!


Oceano Artico: l’Ateneo Tradizionale Mediterraneo c’è! Il nostro Accademico, Prof. Simone Orlandini, che ha organizzato con l’Ocean Sea Foundation di cui è Presidente una spedizione scientifica nell’Artico, ci saluta così dal ghiacciaio Longyearbreen, altezza 500 metri, a circa 7 km dalla città di Longyearbyen, nelle isole Svalbard. Inoltre i nostri Accademici ci inviano delle cartoline da Pyramiden, l’insediamento abitato più a nord del mondo. Costruito dai Sovietici sull’isola Spitsbergen per dimostrare la loro potenza, è ora una incredibile città fantasma, popolata ogni tanto solo da orsi polari.

Apuleio di Madaura – Della Magia


Della Magia
Apuleio di Madaura
Editore: Sellerio - Palermo, 1999, 192 pagine.
 ISBN: 9788838908668

Apuleio, il fascino dell’uomo e l’ombra della magia

E’ prendendo spunto anche da Apuleio che Sant’Agostino attacca le frodi dei maghi, esaltate dai pagani come superiori ai miracoli di Gesù, e difende il cristianesimo che ha demistificato l’inganno di certe dottrine e arti. Del più importante scrittore del secondo secolo d. C. non possediamo molte notizie certe. Molte sono dedotte dalle sue stesse opere. Nacque intorno al 125 d. C. in Africa a Madaura (nell’attuale Algeria). Studiò a Cartagine e si trasferì ancor giovane a Roma, dove poté apprendere la retorica dal grande Frontone, come Apuleio stesso attesta nei Florida. Poi, ad Atene si formò dal punto di vista filosofico, interessandosi soprattutto al pensiero platonico. In Grecia Apuleio ebbe l’opportunità di conoscere l’arte magica e di iniziarsi ai Misteri Eleusini (Mitra, Demetra, Persefone). Ritornato in Africa, ritrovò un suo ex compagno di studi di nome Ponziano e poco più tardi ne sposò la madre Pudentilla. Alla morte improvvisa di Ponziano i parenti di Pudentilla, in primis Sicinio Emilano, fratello del primo marito, ed Erennio Rufino, suocero di Ponziano, accusarono Apuleio di essersi avvalso delle arti magiche per plagiare la donna, indurla a sposarlo e, poi, impossessarsi della sua ricca dote. Sottoposto a processo nel 158 a Sabrata, l’abile scrittore nonché avvocato riuscì a scagionarsi da ogni accusa con un’autodifesa poi trascritta nei codices col nome De magia e conosciuta come Apologia. È molto probabile che l’orazione che oggi possediamo sia l’esito di un ampliamento e di un perfezionamento formale del discorso pronunciato in tribunale di fronte al proconsole romano Claudio Massimo. L’autodifesa doveva essere ben diversa, più ridotta, se pensiamo che il retore ebbe solo tre giorni per confutare i tre capi di accusa: la pratica della magia, atteggiamenti dissoluti e cupidigia di soldi.

Scrive Apuleio:
Siccome io leggo in numerosi autori, mago è nella lingua dei Persiani quello che è da noi il sacerdote; e allora qual delitto è dopo tutto essere sacerdote, avere la conoscenza, la scienza, la pratica delle ordinanze rituali, dei precetti della religione, delle regole del culto? Questa è almeno la definizione che Platone dà della magia quando ricorda con quali discipline i Persiani educhino al regno il giovane principe. Sfoggiando cultura, citando grandi autori e filosofi del passato, Apuleio sbeffeggia l’ignoranza degli accusatori, mostrando come quella che è additata come magia non sia altro che curiosità, cultura, passione per la conoscenza. Ad un certo punto, però, per dimostrare in maniera inconfutabile la propria innocenza e smascherare l’ipocrisia altrui Apuleio propone l’apertura del testamento di Pudentilla cosicché sia evidente che lui non guadagnerebbe pressoché nulla dalla morte della moglie e dalla conseguente eredità:
Dammi il testamento fatto dalla madre in favore del figlio […]. Massimo, fa’ rompere i sigilli, troverai che il figlio è istituito erede; a me è lasciata non so che piccola cosa, per semplice convenienza, acciocché, se le fosse toccato qualche male, non mi mancasse il titolo di marito nel testamento della moglie. (Apologia 100).

Assolto dal processo, Apuleio godette di grande fama presso i contemporanei. Morì probabilmente verso il 170 d. C., anno nel quale si persero sue notizie. Tuttavia, la sua notorietà non si spense. Grande avvocato, conferenziere di successo, filosofo neoplatonico (autore del De Platone et eius dogmate e del De deo Socratis), conservò attorno a sé il fascino del mago. Quasi certamente il capolavoro di Apuleio, il Metamorphoseon libri XI, venne scritto dopo il processo, perché altrimenti lo scrittore avrebbe potuto discolparsi dalle accuse: l’opera è, infatti, incentrata sulle disavventure che capitano al protagonista per l’eccessivo interesse mostrato nei confronti della magia nera. Apuleio era davvero un mago? Nell’Apologia lo scrittore depreca la magia nera, quella che, del resto, nel Metamorhoseon libri XI porterà il protagonista a trasformarsi in asino e a subire mille vicissitudini. Invece, apprezza quella bianca, finalizzata al bene, «arte accetta agli dèi immortali», «pia e consapevole delle cose sacre» («pia et divini sciens»), intesa quasi come una possibilità di mettersi in comunicazione con le divinità, anche con quelle intermedie (i demoni di cui Apuleio scrive nel De deo Socratis):
per un pregiudizio degli ignoranti […] quelli che indagano attentamente la provvidenza dell’universo e onorano grandemente gli déi sono volgarmente chiamati maghi, quasi sappiano fare accadere le cose che invece sanno che accadono, come furono una volta Epimenide, Orfeo e Pitagora. In seguito furono sospettati di magia le «Purificazioni» di Empedocle, il «demone» di Socrate e il «Bene» di Platone. Insomma, nel De apologia Apuleio confuta l’accusa di essere un praticante della magia nera e, nel contempo, esalta l’antico concetto di mago come cultore della scienza teologica. Probabilmente, nei suoi viaggi in Grecia Apuleio fu incuriosito e affascinato dalla magia, ma venne salvato dai culti misterici di Iside.

Nei secoli successivi si diffuse, però, la fama di Apuleio mago piuttosto che quella di convertito ai Misteri di Iside. Sant’Agostino, che conferì il titolo di Asinus aureus al Metamorphoseon libri XI, scrive nel 411 (o 412) nell’epistola 138 rispondendo all’epistola 136 di Marcellino:
Chi non stimerebbe ridicolo il fatto che si cerca di paragonare o anche di preferire a Cristo un Apollonio e un Apuleio e altri versatissimi nelle arti magiche, per quanto sia più tollerabile quando lo mettono a confronto con questi personaggi che non con i loro dèi? Apollonio valeva molto di più, bisogna confessarlo, del protettore ed autore di tanti stupri che si chiama Giove. Sant’Agostino attacca le frodi dei maghi, esaltate dai pagani come superiori ai miracoli di Gesù, e difende il cristianesimo che ha demistificato l’inganno di certe dottrine e arti:
La dottrina cristiana è chiamata nemica dello Stato perché ha smascherato e svelato a tutto il mondo la perversità e la falsità di questi demoni, per mezzo dei quali anche le arti magiche ingannano le menti degli uomini, perché ha distinto gli angeli santi dalla malignità dei demoni, perché ha ammonito di guardarsene e insegnato il modo come farlo? Sant’Agostino affronta poi la figura di Apuleio dando per assodato che fosse un mago (fama che era ormai nel tempo divenuta acclarata per quello scrittore):
Quanto poi ad Apuleio, per parlare soprattutto di lui, che essendo africano è più noto a noi Africani, con tutte le sue arti magiche non poté pervenire non dico ad essere imperatore, ma neppure un alto funzionario nei tribunali dello Stato, benché nato da nobile famiglia della sua patria, educato in modo liberale e dotato di grande eloquenza. Si dirà forse che in qualità di filosofo disprezzò di sua volontà questi onori? Oh, no! […] Quel mago dunque fu ciò che poté essere per ottenere la felicità terrena; risulta chiaro quindi che egli non fu più grande, non perché non lo volle, ma perché non poté esserlo. Del resto si difese con somma eloquenza anche contro alcuni che gli avevano mosso l’accusa di praticare le arti magiche. Mi meraviglio quindi che i suoi elogiatori, che lo esaltano per aver operato con quelle arti non so quali miracoli, tentino poi di essere testimoni contro la sua difesa. Sant’Agostino termina la lettera sostenendo che i maghi non sono in alcun modo paragonabili ai profeti, uomini di Dio («di gran lunga superiori per la celebrità dei grandi miracoli»), e ancor più a «Cristo del quale i Profeti […] preannunziarono la venuta».

Cabbalà e Alchimia, Saggio sugli archetipi comuni


Cabbalà e Alchimia
Arturo Schwarz
Editore: Giuntina - Firenze, 1999, 180 pagine.
 ISBN: 88-8057-090-0

Un equivoco lungamente perpetuatosi ha portato a credere che l’alchimia non sia altro che un metodo per trasformare i metalli vili in oro. Ma in realtà l’alchimia occidentale, quella orientale e quella cabbalistica possono tutte essere definite una fisica mistica del risveglio alla dimensione spirituale dell’individuo. La Cabbalà e l’alchimia erano entrambe strumenti di una forma iniziatica di conoscenza che cercava di illuminare la via per una sapienza trascendente. Il vero processo alchemico è lungo e complesso, quanto il percorso dell’autocoscienza – la longissima via per l’individuazione – che allegoricamente rispecchia, perché la trasmutazione dell’oro vile nell’oro filosofale è una metafora del processo psicologico che porta alla liberazione dell’uomo dalle contraddizioni fondamentali della vita. La Cabbalà e l’alchimia esaltano l’amore e la consapevolezza e non la mortificazione e l’ignoranza; la vita e la gioia e non la morte e la sofferenza; la persona autonoma e non il leader.

Azoth


Azoth
Basilio Valentino - 1613
Editore: Edizioni Mediterranee - Roma, 128 pagine.
 ISBN: 9788827209639

Azoth ovvero L’Occulta Opera aurea dei filosofi esce nel 1613, contemporaneamente in tedesco e in latino, presso l’editore Johann Bringern di Francoforte. L’edizione tedesca viene attribuita dallo stesso editore ad un “diligente amatore della materia”, quella latina appare come l’opera di certo Basilius Vicentinus, tradotta da Georgius Beatus. La prima attribuzione dell’Azoth a Basilio Valentino è rintracciabile nella traduzione francese di David Laigneau pubblicata nel 1624 a Parigi. Basilio Valentino, il cui nome allegorico ben si presta ad essere ricordato come “potenza dell’alchimia”, divine e rimane ben presto leggenda o verità pseudonima di un monaco benedettino di Erfurt del XV secolo. Nel testo che presentiamo, tradotto dall’edizione latina riproposta nelle collezioni tradizionali come il Theatrum chemicum o Bibliotecha Chemica Curiosa, egli si disvela di fatto come coerente convergenza di un’alchimia ormai corredata dalla pratica paracelsica e di un’ideologia rosacruciana con le sue note asprezze riformiste e antiromane. Il trattato è diviso in due parti. La prima, in forma di dialogo, sposa le tesi di un abbandono al fervore sapienziale, esortando ad un’esercitazione riflessiva che partendo dal “Libro della Natura”, contrappunti con ragionata modestia il desiderio al compimento della fede. In tal modo l’iniziando è esortato ad integrare la propria devozione con l’esercizio di una pia procedura che miri all’invenimento alchemico: la rielaborazione operante dello stato di grazia primigenio, condotta rammentando costantemente la vicenda salvifica di Cristo archetipo alchemico per eccellenza. La seconda parte, pratico-operativa, usualmente corredata da quindici illustrazioni, qui riproposte, offre al lettore una teoria di testi ermetici tradizionali pronti ad ingaggiare con chi legge una vera e propria sfida immaginale. Una serie di “quesiti” non ricercanti spiegazioni se non nel loro intimo accento e nella meditata filologia di ciascun lettore. Com’è noto d’altronde l’enigma, la decostruzione del proprio orgoglio razionale, sono sempre il tacito sfondo di un testo alchemico. Il quesito irresolvibile può infatti far riverberare, per Grazia, nel nostro indurito flusso di coscienza, quell’Azoth “proteico e camaleontico” con cui cripticamente si ripropone il coraggio della semplicità devozionale nascosto, ma non umiliato dalla lussureggiante foresta metaforica del dettato alchemico.

Basilio Valentino, figura emblematica del XVI secolo tedesco, per tradizione viene considerato uno dei più grandi alchimisti della storia. Le poche notizie che lo riguardano provengono esclusivamente dalle sue stesse opere, ove si accenna ad un pellegrinaggio fatto a San Giacomo di Compostela ed a viaggi in Belgio ed in Inghilterra. Vi è indicata la sua origine nella zona renana tedesca, nonché l’appartenenza all’ordine di San Benedetto, confraternita di San Pietro di Erfurt, dove sarebbe vissuto tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo. Secondo quanto riferito da J.J. Manget nell’opera Bibliotheca Chemica Curiosa del 1702, i trattati a lui attribuiti sarebbero venuti fuori dalla breccia aperta da un fulmine in una colonna della chiesa di Erfurt. Nel libro The last will and testament of B., edito a Londra nel 1671, sul frontespizio è raccontato che egli giace sotto una tavola di marmo dietro l’altare maggiore della Cattedrale di Erfurt.

MEDICINA/SANITÀ – La prevenzione primaria integrata

di Bruno Gentile

E’ da tanti anni che come clinico medico prima e poi come igienista, ho considerato la Prevenzione Primaria necessaria e fondamentale per ridurre l’incidenza di malattie, prevalentemente croniche, responsabili di disagi non solo individuali ma anche familiari se si pensa al grave impatto di queste sulla spesa sanitaria e anche sociale, ma parlare di Prevenzione Primaria significa comprendere anche le motivazioni che probabilmente sono alla base del suo limitato successo nel corso dei decenni.
Innanzitutto vi è la questione legata alla definizione stessa di salute, condizione destinata ad essere apprezzata maggiormente in maniera percettiva, più soggettivamente che oggettivamente, piuttosto che facilmente espressa da una definizione perlomeno esaustiva, tanto che, per diverso tempo, la salute è stata considerata specialmente come “lo stato in assenza di malattia”, definizione semplicistica e tutto sommato “deresponsabilizzante” e liberatoria nei confronti di situazioni invero frequenti in clinica, ossia patologie occulte ed asintomatiche che, se pur presenti, non danno segnali o sintomi rivelatori.
Si comprendeva comunque che fornire una definizione di salute per esclusione era francamente riduttivo e scientificamente non adeguato, anche in relazione alle diverse variabili in grado di interferire con lo stato di salute dell’individuo, basti pensare alle varie condizioni ambientali in cui opera la vita di un individuo o di una comunità, oltre agli agenti fisici e chimici fino alle dinamiche relazionali interindividuali.
Si è giunti pertanto all’inizio del terzo millennio, in considerazione delle nuove conoscenze socioculturali non solo mediche, ad un particolare concetto di salute, non meramente legato alla sopravvivenza fisica o all’assenza di malattia, ma inglobante anche gli aspetti psicologici e mentali, le condizioni naturali, ambientali, climatiche e abitative, la vita lavorativa, economica, sociale e culturale, tutti status in grado di interagire, positivamente o negativamente, con l’esistenza dell’essere umano.
La Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si fa assertrice, quindi, sin dal 1946 di questa nuova visione ed ampiezza della concezione di salute, definendola come “ uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente come assenza di malattia e di infermità”.
Secondo la Carta di Ottawa per la Promozione della salute, essa è una risorsa per la vita quotidiana, non l’obiettivo del vivere, è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche dell’individuo.

In questo scenario di Salute Pubblica caratterizzato da un preoccupante incremento di malattie, in particolare quelle croniche non trasmissibili, di cui le più note sono le malattie cardio e cerebro vascolari, le malattie tumorali, le malattie dismetaboliche, le malattie del sistema immunologico senza dimenticare i disturbi del neuro-sviluppo e le patologie neuro-degenerative, si assiste altresì , in maniera consequenziale e quasi direttamente proporzionale ad una crescita esponenziale della spesa sanitaria per cui se ne prevede un ulteriore incentivo in un futuro prossimo venturo.
A questo quadro di preoccupante instabilità che investe la salute, diritto fondamentale dell’uomo, è giusto porre rimedio, anche se tardivamente, per evitare che si realizzi un “Bene Salute” discriminante e discriminato in termini sociali in quanto saranno sempre più numerosi coloro che non potranno accedere per motivazioni economiche alle stesse diagnosi e cure, e ciò mentre ahimè si continua a parlare di un ” pianeta Salute”, di diritto alla salute e di un dovere di protezione e salvaguardia della propria salute!!!
La mia proposta è quindi lanciare applicativamente un rinnovato modello scientifico culturale e morale di salute pubblica, condiviso e capillare, che coinvolga le Istituzioni, i medici e la popolazione attraverso un programma di “Prevenzione Primaria Integrata”, e non solo di Prevenzione “a gradini” peraltro fallimentare per alcuni versi o con modesti risultati per altri, che si ispiri semplicemente alla prestigiosa ed antica cultura clinica e alla luminosa Scuola Salernitana, “integrata” però alle moderne conoscenze scientifiche e tecnologiche. E’ questo che ho definito “Paradosso Gentile” in quanto il “rinnovamento” non è altro che un ritorno al passato, dove l’uomo è al centro della conoscenza, prima personale e poi clinica investigativa.
La definizione “integrata” deriva inoltre dalla necessità di integrare le finalità proprie della Prevenzione Primaria ( ossia il mantenimento nel soggetto sano di uno stato di completo benessere fisico psichico e sociale, evitando o ritardando la comparsa di malattie, mediante un insieme di attività, azioni ed interventi che potenzino i fattori utili alla salute ed allontanino o correggano i fattori di rischio), con la conoscenza delle storie familiari e personali, spesso purtroppo trascurate e quindi non valorizzate quali fondamentali e potenziali determinanti del proprio stato di salute nonché del carattere predittivo di talune malattie o stati morbosi.
La capacità di integrare gli aspetti clinici a quelli della prevenzione primaria consente inoltre di “allargare” la piattaforma di comunicazione e relazione con la persona stabilendo con la stessa, nel rispetto della privacy e di una vera sensibilità “umana”, un feeling (compliance) fondato su stima e fiducia reciproche che sia quindi il “pabulum” (terreno) ideale e necessario per intraprendere successivamente percorsi diagnostico-terapeutici e, soprattutto, per garantire opportuna informazione e propria formazione su virtuosi stili e comportamenti di vita.
La Prevenzione Primaria Integrata può essere svolta in qualsiasi ambiente purchè dotato di riservatezza e di buona accoglienza, e si preferiscono in tal senso sedi non necessariamente “medicalizzate”, per rendere assolutamente sereno e senza pre-condizionamenti di natura emozionale chi vi si sottopone.
Per fare tutto ciò, ci si avvale quindi della compilazione di un questionario interattivo chiamato “Questionario Punto Salute”, una sorta di vero e proprio “Tagliando della Salute” personalizzato, che con una serie di domande ordinate e mirate ha lo scopo di creare una comunicazione interattiva, in grado cioè di alimentare un dialogo simmetrico ed “allargato” nel quale il soggetto si senta protagonista del proprio racconto narrativo e, in ultimo, custode e padrone del proprio stato di salute; ne deriveranno pertanto in maniera assolutamente fisiologica, una maggiore consapevolezza soggettiva ed una maggiore percezione individuale del rischio.
La Prevenzione Primaria Integrata mira inoltre a “svelenire” le emergenti conflittualità consistenti, da un lato, in un maggiore incremento di cause per “colpa professionale”, e dall’altro, in una maggiore applicazione di una medicina “difensivistica” che riduce capacità di autonomia decisionale da parte del medico, frenato e timoroso di potenziali conseguenze a proprio danno. Il Medico deve essere libero, in piena coscienza e sapienza, nelle proprie decisioni, senza mai dimenticare che la sua azione è volta sempre a garantire la tutela del benessere e della vita, ridando slancio ad una vera e costantemente aggiornata cultura scientifica, ma eleggendo sempre nel contempo la Persona quale protagonista unico del proprio destino e della propria Vita.
Diamo salute alla Vita dando vita alla SALUTE!!!

L’Ordine del Tempo


L’ordine del tempo
Carlo Rovelli - 2017
Editore: Adelphi - Milano, 207 pagine.
 ISBN: 9788845931925

Questo libro tratta di qualcosa della fisica che parla a chiunque e lo coinvolge, semplicemente perché è un mistero di cui ciascuno ha esperienza in ogni istante: il tempo. Ed è un mistero non solo per ogni profano, ma anche per i fisici, che lo hanno visto trasformarsi in modo radicale, da Newton a Einstein, alla meccanica quantistica, fino alle teorie sulla gravità a loop, di cui Rovelli stesso è uno dei principali teorici.

Nelle equazioni di Newton era sempre presente, ma oggi nelle equazioni fondamentali della fisica il tempo sparisce. Passato e futuro non si oppongono più come a lungo si è pensato. E a dileguarsi per la fisica è proprio ciò che chiunque crede sia l’unico elemento sicuro: il presente. Sono tre esempi degli incontri straordinari su cui si concentra questo libro, che è uno sguardo su ciò che la fisica è stata e insieme ci introduce nell’officina dove oggi la fisica si sta facendo.

Corpus Hermeticum


Corpus Hermeticum - Testo greco e latino a fronte
a cura di Valeria Schiavone - 2019
Editore: RCS Libri - Milano, 384 pagine.
 ISBN13: 978-88-1712-648-9

Attribuito a Hermes, nome greco del dio egizio Toth, protettore degli scribi e maestro di ogni sapere, il Corpus Hermeticum è una raccolta di diciotto brevi trattati mistico-mitologici redatti in greco e databili alla tarda età ellenistica, ricchi di canti e inni religiosi, cui si aggiunge un lungo dialogo intitolato Asclepio pervenutoci solo nella versione latina. Testo complesso e affascinante, il Corpus Hermeticum rappresenta un’originale interpretazione mistico-teologico-filosofica della realtà umana, vista come manifestazione stessa del divino. Molti sono i temi in comune con le altre filosofie e religioni misteriche: l’opposizione tra anima e corpo, il valore della contemplazione che porta all’estasi e, non ultimo, l’origine divina dell’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio. Al pari del neoplatonismo, dello gnosticismo e della mistica ebraica, il Corpus Hermeticum esercitò un forte influsso non solo sulla nascente speculazione cristiana e sui padri della Chiesa, ma anche su numerosi filosofi ed eruditi dal Medioevo al Rinascimento, che lo consideravano la rivelazione dell’arcana sapienza degli antichi.

Esoterismo dei Numeri, iniziazione all’Aritmosofia


Esoterismo dei Numeri, iniziazione all'Aritmosofia
Vittorio Demetrio Mascherpa - 2019
Editore: Atanor - Roma, 160 pagine.
 ISBN10: 88-7169-224-1
 ISBN13: 978-88-7169-224-1 

In questo testo l’Autore, nell’ambito delle tradizioni sapienziali orientali ed occidentali, svolge un’analisi dei numeri della decade che vengono considerati in chiave simbolica ed esoterica, come fasi della cosmogonia e come espressione dei piani dell’essere. Di ogni principio numerico sono trattati la genesi e il ruolo nel processo di manifestazione e viene discussa la natura di ciascun archetipo numerico con le relative estensioni simboliche.

Il testo si propone, oltre che come potenziale via di accesso al contenuto sapienziale ed esoterico della Scienza dei Numeri, anche come contributo e riferimento per ogni approccio alla simbologia alchemico-ermetica, massonica, religiosa e astrologica.

BIBLIOGRAFIA:

A chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, della vastissima letteratura sull’argomento proponiamo questa breve bibliografia di testi in lingua italiana.

MISTICA DEL SEI – Golias – Edizioni Orobiche, Bergamo, 1968.
NUMEROLOGIA – Austin Coates – Astrolabio, Roma, 1975.
IL POTERE SEGRETO DEI NUMERI – Giancarlo Tarozzi – SIAD Edizioni, Milano, 1977.
LA NUMEROLOGIA – Felix Llaugé – De Vecchi Editore, Milano, 1977.
MAGIA DEI NUMERI – Jorg Sabellicus – Edizioni Mediterranee, Roma, 1977.
IL DESTINO DEI NUMERI – Ellin Dodge Young e Carol Ann Schuler – Edizioni Mediterraneee, Roma, 1981.
I NUMERI DELL’AMORE – Sandra Kovacs Stein e Carol Ann Schuler – Mondadori, Milano, 1982.
I:CHING – Elena Judica Cordiglia – Edizioni Mediterranee, Roma, 1982.
LA SCIENZA DEI NUMERI – Papus (Gérard Encausse) – Editrice Atanòr, Roma, 1984.
NUMEROLOGIA E FUTURO – Dusty Bunker – Sonzogno, Milano, 1984.
I NUMERI – Michael Foster – SugarCo Edizioni , Milano, 1984.
IL LIBRO DEI NUMERI MAGICI – Maria Grazia Giovannini – Astra, Rizzoli, Milano, 1987.
I SEGRETI DELLA NUMEROLOGIA – Anna Laura Ricci – Edizioni Mediterraneee, Roma, 1988.
I NUMERI E IL VOSTRO DESTINO – Rodney Davies – Garzanti Editore, Milano, 1989.
IL KI DELLE NOVE STELLE – Steve Gagnè, John Mann – Macro Edizioni, Sarsina, 1989.
GUIDA ALLA NUMEROLOGIA – Ellin Dodge – Armenia Editore, Milano, 1990.
NUMERI, FORME E GEOMETRIE – Guy O Ven (Guido Forno) – Armenia Editore, Milano, 1991.
L’UOMO, I NUMERI E IL DESTINO – Anna Laura Ricci – Editoriale Albero, Milano, 1991.
NUMERI E DESTINO – Andrea Frediani e Giampiero Cara – Atanòr, Roma, 1993.
NUMEROLOGIA BIBLICA – Nereo Villa – SeaR Edizioni, Borzano (RE) 1995.
LO SPECCHIO DEI NUMERI – Nicole Delongchamp – Sonzogno, Milano, 1995.
COLORI E NUMERI – Louise L. Hay – Macro Edizioni, Sarsina, 1995.
NUMEROLOGIA, TANTRA, AYURVEDA E ASTROLOGIA – Harish Johari – Edizioni il Punto d’Incontro, Vicenza, 1996.
IL MIO TIPO IDEALE – Renee Baron, Elizabeth Wagele – Lyra, Como, 1997.
NUMEROLOGIA – Francois Notter – Giovanni De Vecchi Editore, Milano, 1998.
IL MANUALE DELLA NUMEROLOGIA CINESE – Jean-Daniel Fermier – Hobby & Work Italiana Editrice, Bresso (MI), 1998.
IL QUADRATO MAGICO – Rino Cammilleri – Rizzoli, Milano, 1999.
MANUALE DI NUMEROLOGIA E BIORITMOLOGIA – Adriana Velardi – Bologna, 2000.
ONIROMANZIA NUMEROLOGICA DI OMAR AL-QASIM – Adriana Velardi – Klaren, Bologna, 2000.
I NUMERI SACRI – Arturo Reghini – Atanòr, Roma, 2003.
ESOTERISMO DEI NUMERI – Vittorio Demetrio Mascherpa – Atanòr, Roma, 2004.
I MISTERI DEI NUMERI – Marc-Alain Ouaknin – Atlante, Monteveglio (BO), 2005.

L’arte della matematica nella prospettiva


L’arte della matematica nella prospettiva
a cura di R.Sinisgalli et alii - 2009
Editore: Cartei & Bianchi, Prato, 448 pagine.
ISBN10: 8895686152
ISBN13: 9788895686158

Edito nel 2009, questo interessante volume raccoglie gli Atti del Convegno Internazionale di Studi (Roma, Istituto Svizzero, 9 ottobre 2006; Urbino, Palazzo Ducale, 10 11 ottobre 2006) promosso dal Centro Internazionale di Studi Urbino e la prospettiva e finalizzato ad indagare sotto molteplici aspetti il rapporto tra le scienze matematiche e le arti, grazie al contributo di alcuni fra i più autorevoli esperti del settore. Il fulcro delle riflessioni emerse dal convegno sta nel riconoscimento del ruolo centrale rivestito nella storia della prospettiva dagli studi effettuati presso la corte rinascimentale dei Duchi di Urbino da personaggi quali Piero della Francesca, Bramante, Raffaello, Federigo Commandino e Guidobaldo del Monte.

Dalla seconda metà del Quattrocento alla prima metà del Seicento, infatti, il ducato di Urbino fu sede di un vasto dibattito artistico, tecnico e scientifico, finalizzato a definire l’idea di prospettiva come sistema rigoroso di rappresentazione del reale fondato su basi matematiche, ed a chiarirne le possibili applicazioni in campo pittorico ed architettonico. Dopo gli studi empirici di Brunelleschi e Masaccio, nel 1435 Leon Battista Alberti (più volte ospite a Urbino del Duca Federico da Montefeltro) fornisce nel De Pictura una prima analisi sistematica dell’idea di prospettiva e del metodo prospettico lineare.

Il merito di aver portato lo studio della prospettiva alla codificazione scientifica, tuttavia, spetta a Piero della Francesca. Nel suo De Prospectiva Pingendi del 1475 e dedicato al Duca Federico sono infatti esposti, per la prima volta in modo matematicamente rigoroso, i fondamenti geometrici della scienza prospettica. L’effettivo distacco tra lo studio della prospettiva finalizzata alla pittura ed all’architettura e la sua formalizzazione puramente matematica va attribuito invece all’urbinate Federigo Commandino ed al suo geniale allievo Guidobaldo del Monte. Quest’ultimo pubblicò a Pesaro nel 1600 i Perspectivae libri sex, trattato pressoché esauriente dell’intera disciplina, che avrebbe aperto la strada a settori della matematica moderna quali la geometria descrittiva e quella proiettiva, oltre che ad un vasto insieme di applicazioni in Meccanica, Architettura, Scenografia teatrale e Computer-graphics. Partendo da questi accenni, gli interventi analizzano con completezza la storia e le applicazioni della prospettiva nell’arte, nell’architettura e nella scienza dal Rinascimento al Seicento inoltrato, e riflettono sul ruolo della matematica nello studio e negli sviluppi più recenti della disciplina.

Giordano Bruno. Filosofia, magia, scienza


Giordano Bruno. Filosofia, magia, scienza
a cura di Michele Ciliberto et alii - 2019
Editore: Scuola Normale Superiore, Pisa - 608 pagine.
ISBN13: 978-88-7642-657-5

Le Edizioni della Normale e l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento hanno pubblicato nel 2014 l’enciclopedia in tre voll. intitolata Giordano Bruno. Parole concetti immagini dedicata a una ricostruzione complessiva della figura e dell’opera del Nolano e che abbiamo recensito nell’articolo precedente. L’opera purtroppo è ormai esaurita, avendo avuto un notevole successo in Italia e all’estero come testimoniano le molte recensioni e i risultati di vendita, lusinghieri per essere un libro di studio e non un romanzo best-seller.

A questo punto l’Editore si è chiesto se valesse la pena ristamparla nella versione originaria (cofanetto+tre volumi) – sicuramente più costosa e impegnativa sia nella produzione che nella lettura – oppure riproporla in un diverso formato di un singolo volume più contenuto e sicuramente più fruibile, destinandolo – oltre che agli specialisti – a un pubblico più vasto di lettori e di appassionati della personalità di Giordano Bruno. Si è opportunamente seguita questa seconda strada individuando una serie di chiavi di lettura intorno alle quali adunare le voci che servissero ad illuminare caratteri e contenuti, tralasciando quindi i lemmi che non fossero funzionali a questo scopo. Le chiavi individuate sono state otto: Struttura del mondo, Anima e corpo, Attraverso le sfere, Riforma universale, Caccia divina, Forme del sapere, Archetipi e simboli, Scrittoio. Affidate da Michele Ciliberto a Salvatore Carannante, Giovanni Licata e Pasquale Terracciano, questi hanno sapientemente ricontrollato ciascuna voce, aggiornando in modo sistematico la bibliografia che le correda. Ne è sortita quasi una nuova e diversa opera che ha contribuito a mettere a fuoco, da nuovi punti di vista, la figura e l’opera di Bruno in un singolo, seppur corposo, testo.

Paolo Del Freo

Per una possibilità maggiore di valutazione accludiamo la tavola dei contenuti dell’Opera…

Giordano Bruno. Parole, concetti, immagini


Giordano Bruno. Parole, concetti, immagini
a cura di Michele Ciliberto et alii - 2014
Editore: Scuola Normale Superiore, Pisa - 3 volumi, 2.400 pagine.
ISBN10: 8876424792
ISBN13: 9788876424793

Opera enciclopedica in tre volumi, realizzata in collaborazione con l’Istituto Nazionali di Studi sul Rinascimento e pubblicata dalla Scuola Normale di Pisa, “Giordano Bruno. Parole, concetti, immagini” non è certamente un libro di lettura. Si può invece considerare uno strumento (se non ‘lo’ strumento) per studiare la filosofia del pensatore campano e – senza fermarsi solo a questo – una chiave per abbracciare il ribollente panorama filosofico-storico-culturale a cavallo fra Rinascimento, Riforma e Controriforma.

La storia di Giordano Bruno è da tutti conosciuta: nato nel 1548 a Nola sulle pendici del Vesuvio, fu uno dei maggiori filosofi del suo tempo. Viaggiatore instancabile in tutta l’Europa del tempo: Roma, Savona, Torino, Venezia, Padova, Brescia, Bergamo, Chambéry, Geneve, Lyon, Toulouse, Parigi, Oxford, Londra, Magonza, Wiesbaden, Praga, Padova, Venezia. Perseverante, acutissimo e tenace ricercatore, non fu mai servo di nessuna dottrina o autorità e preferì la morte all’abiura delle proprie convinzioni e delle proprie teorie. Fu bruciato sul rogo a Roma, in Campo de’ Fiori, il 17 febbraio 1600 dalla Santa Inquisizione come eretico, come pericoloso ed eterodosso miscredente.
D’altronde – fra le varie altre cose – per esempio nel suo “De l’infinito universo et mondi” aveva scritto: “Esistono innumerevoli soli e innumerevoli Terre ruotano attorno a questi“. Una verità sconvolgente che alla fine del XVI secolo metteva in discussione non tanto l’astronomia, quanto i dogmi – e quindi il potere – di Santa Madre Chiesa. Giordano Bruno, uscito dall’alveo salvifico della dottrina cristiana ufficiale, pagherà il proprio pensiero a caro prezzo. Se la caverà meglio Galileo Galilei 33 anni più tardi, abiurando in ginocchio di fronte a dieci cardinali inquisitori generali ‘la propria eretica pravità‘, salvandosi così la vita.
Ma veniamo ai nostri ponderosi tomi: i tre volumi constano di 1.200 lemmi per un totale di 2.400 pagine, frutto delle fatiche di 40 qualificatissimi collaboratori sotto l’attenta guida di Michele Ciliberto, indiscusso studioso della vita e dell’opera del filosofo. Lo stesso Ciliberto afferma di come “Bruno non sia solo un filosofo, come Cartesio o Spinoza, in quanto con sua vita e la morte sul rogo divenne una sorta di eroe popolare, specie a cominciare dalla seconda metà del XIX secolo”.
I primi due volumi si articolano in un lemmario (A-H e I-Z); il terzo invece è dedicato agli apparati (Bibliografia delle opere, Bibliografia critica e Indici). In ordine alfabetico troviamo quindi il lessico della filosofia di Bruno e di tutta la storia del pensiero di un’epoca aurea per la ricerca filosofica nel senso più puro.
Vada alla Scuola Normale di Pisa, a Michele Ciliberto e ai numerosi curatori delle varie sezioni di questa splendida opera la nostra riconoscenza per l’enciclopedico sforzo di cercare di trasmettere e fare capire a fondo il pensiero di questo grande maestro e martire del libero pensiero e delle idee.

Paolo Del Freo

Enrico Chambion

Vicende storiche di un personaggio dell’Ottocento e del suo lascito al Comune di Sesto Fiorentino, a.c. di S.

 

Enrico ChambionGORETTI e S. POLLASTRI, Aska Edizioni, Firenze 2014, pp. 64, €. 10.00, illustrato

Quello di Claude Henry Amédée Chambion, italianizzato in Enrico […] è un nome fortemente legato a Firenze e a Sesto Fiorentino. Originario di Montrevel en Bresse (Francia) […] dal 1847 si stabilì definitivamente a Firenze in via Ricasoli n. 57. In alternativa alla casa fiorentina, possedeva a Sesto […] nei pressi di Cercina, la villa di campagna “il Cerretino”, in una splendida posizione […]. Indubbiamente non solo la bellezza dei luoghi ma soprattutto il clima politico della Firenze granducale, illuminata e progressista attrassero il medico francese nel capoluogo toscano, dove ben presto divenne una personalità di rilievo. La militanza nella Massoneria è una delle caratteristiche salienti della sua attività, fu fra i fondatori di due logge massoniche la “Concordia” e la “Progresso sociale” che già nel nome rilevano come Chambion intendesse la Massoneria: non solo come scuola iniziatica per l’elevazione dell’individuo ma bensì come cenacolo della nuova dirigenza nazionale intenta a difendere e a consolidare lo stato unitario all’insegna della laicità e della modernizzazione. A Sesto dal 1865 al 1869 fu consigliere comunale e sostenne questo impegno, nonostante le non perfette condizioni di salute, per migliorare la qualità della vita della comunità sestese, soprattutto quella delle zone periferiche dove erano totalmente assenti i servizi sanitari e l’istruzione. In questa ottica filantropica ed umanitaria si colloca la donazione al Comune di Sesto Fiorentino della sua biblioteca, conservata nella villa del “Cerretino”. [Dalla quarta di copertina].

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Da Giolitti a Umberto II: la storia che torna

AA. VV. Da Giolitti a Umberto II: la storia che torna, a.c. di A. A. MOLA, Centro Europeo Giovanni Giolitti per lo studio dello Stato, Cuneo 2014, illustrato, pp. 203.

E’ uscita in questi giorni un pregevole volume, curato dall’Accademico, Prof. Aldo Alessandro Mola. Il libro s’intitola Da Giolitti a Umberto II: la storia che torna e comprende gli atti di due convegni organizzati a Vicoforte nel 2013. Il primo, tenuto il 16 marzo, aveva per tema Incontro Umberto II trent’anni dopo, il secondo del 9- 11 dicembre verteva su Mito e realtà del diritto di voto dall’età giolittiana al regime.

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Adda Saga abruzzese

P. LACHERT, Adda Saga abruzzese. Romanzo – Romanza, Tipheret – Gruppo Editoriale Bonanno, Acireale – Roma 2014, pp. 395, €. 20,00.

Adda Saga abruzzese di Piotr Lachert è un bel romanzo, una fabula affascinante, che ripropone la saga particolare e unica della sua vita.

Egli, figlio della mitteleuropa, prodiga di orfani abbandonati nel manto oscuro del secolo breve, è di conseguenza un Odisseo contemporaneo, al tempo stesso sognatore e razionalista, come lo fu il figlio di Laerte. Ulisse nel suo lungo viaggiò errò sospinto dai venti ora benevoli di Eolo ora procellosi di Poseidone, Piotr invece fu balestrato per le contrade del vecchio continente dalla brezza della musica e il suo vascello fu il pianoforte, la cui tastiera, con l’alternarsi di tasti bianchi e neri, ripropone la luce e le tenebre dell’esistenza. Le dita del tempo scorsero veloci su quelle tarsie d’ebano e d’avorio generando una sinfonia dolorosa ed esaltante d’amore e di morte, di delusione e di speranza.Continue Reading

Il Mistero del Re del Mondo e il Mito di Agharta – Recensione

LUIGI PRUNETI, Il mistero del Re del Mondo e della mitica Agharta, La Gaia Scienza, Bari 2014, pp. 150, illustrato, €. 15,00

“Un discendente dei Re Magi, un alleato di Genghiz Khan, un gran principe indiano o etiope, o un potente vescovo nestoriano sovrano di un mondo inaccessibile traboccante di favolose ricchezze? Chi è, dunque, quel misterioso Re del Mondo, il Re – Sacerdote “Maestro di Giustizia”, che regge il destino dei mondi dagli immateriali palazzi dell’invisibile di quel celeste reame dell’oriente sotterraneo sospeso tra cielo e terra, tra enigmatiche leggende e simboli di una tradizione spirituale e centrale perduta.

Sulle tracce sapienziali di Guénon, lungo le orme ispiratrici di altri prima di lui, su e giù per sovramondi e sottosuoli inesplorati dell’altrove, e più innanzi ancora, l’Autore ci conduce attraverso il tempo mitico della conoscenza sovra – razionale, in un viaggio argonautico di “archeologia dello spirito”.

Una ricerca per stupefacenti mappe filosofiche di quell’ignoto “Centro spirituale”, l’inaccessibile Agharta ai confini del Paradiso terrestre, il leggendario Prete Gianni, la sacralità del concetto di imperium, l’assiale Albero sacro; tra invisibili passaggi a più alta comprensione dei simboli della conoscenza reintegrativa: vera opera trasmutatrice tra viscere minerarie e intelletto di gloriosa luce”. [dalla quarta di copertina]