MEDICINA/SANITÀ – La prevenzione primaria integrata

di Bruno Gentile

E’ da tanti anni che come clinico medico prima e poi come igienista, ho considerato la Prevenzione Primaria necessaria e fondamentale per ridurre l’incidenza di malattie, prevalentemente croniche, responsabili di disagi non solo individuali ma anche familiari se si pensa al grave impatto di queste sulla spesa sanitaria e anche sociale, ma parlare di Prevenzione Primaria significa comprendere anche le motivazioni che probabilmente sono alla base del suo limitato successo nel corso dei decenni.
Innanzitutto vi è la questione legata alla definizione stessa di salute, condizione destinata ad essere apprezzata maggiormente in maniera percettiva, più soggettivamente che oggettivamente, piuttosto che facilmente espressa da una definizione perlomeno esaustiva, tanto che, per diverso tempo, la salute è stata considerata specialmente come “lo stato in assenza di malattia”, definizione semplicistica e tutto sommato “deresponsabilizzante” e liberatoria nei confronti di situazioni invero frequenti in clinica, ossia patologie occulte ed asintomatiche che, se pur presenti, non danno segnali o sintomi rivelatori.
Si comprendeva comunque che fornire una definizione di salute per esclusione era francamente riduttivo e scientificamente non adeguato, anche in relazione alle diverse variabili in grado di interferire con lo stato di salute dell’individuo, basti pensare alle varie condizioni ambientali in cui opera la vita di un individuo o di una comunità, oltre agli agenti fisici e chimici fino alle dinamiche relazionali interindividuali.
Si è giunti pertanto all’inizio del terzo millennio, in considerazione delle nuove conoscenze socioculturali non solo mediche, ad un particolare concetto di salute, non meramente legato alla sopravvivenza fisica o all’assenza di malattia, ma inglobante anche gli aspetti psicologici e mentali, le condizioni naturali, ambientali, climatiche e abitative, la vita lavorativa, economica, sociale e culturale, tutti status in grado di interagire, positivamente o negativamente, con l’esistenza dell’essere umano.
La Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si fa assertrice, quindi, sin dal 1946 di questa nuova visione ed ampiezza della concezione di salute, definendola come “ uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente come assenza di malattia e di infermità”.
Secondo la Carta di Ottawa per la Promozione della salute, essa è una risorsa per la vita quotidiana, non l’obiettivo del vivere, è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche dell’individuo.

In questo scenario di Salute Pubblica caratterizzato da un preoccupante incremento di malattie, in particolare quelle croniche non trasmissibili, di cui le più note sono le malattie cardio e cerebro vascolari, le malattie tumorali, le malattie dismetaboliche, le malattie del sistema immunologico senza dimenticare i disturbi del neuro-sviluppo e le patologie neuro-degenerative, si assiste altresì , in maniera consequenziale e quasi direttamente proporzionale ad una crescita esponenziale della spesa sanitaria per cui se ne prevede un ulteriore incentivo in un futuro prossimo venturo.
A questo quadro di preoccupante instabilità che investe la salute, diritto fondamentale dell’uomo, è giusto porre rimedio, anche se tardivamente, per evitare che si realizzi un “Bene Salute” discriminante e discriminato in termini sociali in quanto saranno sempre più numerosi coloro che non potranno accedere per motivazioni economiche alle stesse diagnosi e cure, e ciò mentre ahimè si continua a parlare di un ” pianeta Salute”, di diritto alla salute e di un dovere di protezione e salvaguardia della propria salute!!!
La mia proposta è quindi lanciare applicativamente un rinnovato modello scientifico culturale e morale di salute pubblica, condiviso e capillare, che coinvolga le Istituzioni, i medici e la popolazione attraverso un programma di “Prevenzione Primaria Integrata”, e non solo di Prevenzione “a gradini” peraltro fallimentare per alcuni versi o con modesti risultati per altri, che si ispiri semplicemente alla prestigiosa ed antica cultura clinica e alla luminosa Scuola Salernitana, “integrata” però alle moderne conoscenze scientifiche e tecnologiche. E’ questo che ho definito “Paradosso Gentile” in quanto il “rinnovamento” non è altro che un ritorno al passato, dove l’uomo è al centro della conoscenza, prima personale e poi clinica investigativa.
La definizione “integrata” deriva inoltre dalla necessità di integrare le finalità proprie della Prevenzione Primaria ( ossia il mantenimento nel soggetto sano di uno stato di completo benessere fisico psichico e sociale, evitando o ritardando la comparsa di malattie, mediante un insieme di attività, azioni ed interventi che potenzino i fattori utili alla salute ed allontanino o correggano i fattori di rischio), con la conoscenza delle storie familiari e personali, spesso purtroppo trascurate e quindi non valorizzate quali fondamentali e potenziali determinanti del proprio stato di salute nonché del carattere predittivo di talune malattie o stati morbosi.
La capacità di integrare gli aspetti clinici a quelli della prevenzione primaria consente inoltre di “allargare” la piattaforma di comunicazione e relazione con la persona stabilendo con la stessa, nel rispetto della privacy e di una vera sensibilità “umana”, un feeling (compliance) fondato su stima e fiducia reciproche che sia quindi il “pabulum” (terreno) ideale e necessario per intraprendere successivamente percorsi diagnostico-terapeutici e, soprattutto, per garantire opportuna informazione e propria formazione su virtuosi stili e comportamenti di vita.
La Prevenzione Primaria Integrata può essere svolta in qualsiasi ambiente purchè dotato di riservatezza e di buona accoglienza, e si preferiscono in tal senso sedi non necessariamente “medicalizzate”, per rendere assolutamente sereno e senza pre-condizionamenti di natura emozionale chi vi si sottopone.
Per fare tutto ciò, ci si avvale quindi della compilazione di un questionario interattivo chiamato “Questionario Punto Salute”, una sorta di vero e proprio “Tagliando della Salute” personalizzato, che con una serie di domande ordinate e mirate ha lo scopo di creare una comunicazione interattiva, in grado cioè di alimentare un dialogo simmetrico ed “allargato” nel quale il soggetto si senta protagonista del proprio racconto narrativo e, in ultimo, custode e padrone del proprio stato di salute; ne deriveranno pertanto in maniera assolutamente fisiologica, una maggiore consapevolezza soggettiva ed una maggiore percezione individuale del rischio.
La Prevenzione Primaria Integrata mira inoltre a “svelenire” le emergenti conflittualità consistenti, da un lato, in un maggiore incremento di cause per “colpa professionale”, e dall’altro, in una maggiore applicazione di una medicina “difensivistica” che riduce capacità di autonomia decisionale da parte del medico, frenato e timoroso di potenziali conseguenze a proprio danno. Il Medico deve essere libero, in piena coscienza e sapienza, nelle proprie decisioni, senza mai dimenticare che la sua azione è volta sempre a garantire la tutela del benessere e della vita, ridando slancio ad una vera e costantemente aggiornata cultura scientifica, ma eleggendo sempre nel contempo la Persona quale protagonista unico del proprio destino e della propria Vita.
Diamo salute alla Vita dando vita alla SALUTE!!!