Da tempo immemorabile la notte del 30 aprile si festeggia la primavera, onorando con feste, canti e danze, il suo mese più rappresentativo: maggio.
Nelle città al calendimaggio si organizzavano pranzi e cene, balli tondi, tornei e cortei dove si celebrava il trionfo della primavera; occasione irripetibile per nobili e ricchi mercanti per dar sfoggio del loro potere. Celebre è la ballata scritta per tale occasione dal Poliziano:
“Ben venga maggio
e ‘l gonfalon selvaggio
Ben venga primavera,
che vuol l’uom s’innamori:
e voi donzelle, a schiera
con li vostri amadori,
che di rose e di fiori, vi fate belle a maggio, venite alla frescura
delli verdi arbuscelli.
Ogni bella è sicura
fra tanti damigelli,
ché le fiere e gli uccelli
ardon d’amore il maggio”.
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