Intervista a Luigi Pruneti
F.Guida - L.Pruneti
Editore: Bastogi - 2021, 150pp.
ISBN - 9788855011143
Riflessioni sulla massoneria: il libro-intervista:
Avvocato Francesco Guida, come è nata l’idea di questo libro-intervista?
L’idea è nata da numerose e lunghe conversazioni con il professor Luigi Pruneti, al punto tale che mi sono chiesto se non fosse opportuno e utile fissare in una pubblicazione quel patrimonio di storia orale. Da qui poi deriva l’impostazione del lavoro su un triplice livello: memoriale personale, memoriale massonico, e storia massonica.
Sovente, quando s’invita una persona a parlare di sé, possono emergere, oltre a elementi meramente memoriali, aspetti più profondi e nascosti. È compito dell’intervistatore evidenziare, quanto più possibile, il sentire profondo, il volto anche inedito del soggetto escusso. Crede di esservi riuscito?
Ho trattato con molto pudore e delicatezza l’aspetto personale delle conversazioni, lasciando al mio interlocutore la piena facoltà di rivelare o di non rivelare i suoi vissuti. Egli ha ritenuto di raccontare di sé con molta umiltà ciò che potesse servire per inquadrarlo in una determinata dimensione umana. Non so se sono riuscito a trasmettere l’idea di un bambino, come tanti, che dal passaggio adolescenziale, come tanti, diventa uomo differenziandosi dagli altri nella passione indomita per la ricerca delle cause prime, di senso del presente, dello studio del passato e per la capacità immaginifica che ha espresso nella sua creatività, di cui l’Ordine Massonico Tradizionale Italiano ne è clamoroso esempio. Questo non serve per glorificare Pruneti ma per segnalare dove un certo percorso iniziatico può portare attraverso lo studio, il confronto, la dedizione, la perseveranza.
Quale degli argomenti trattati ha catturato maggiormente la sua attenzione? Infine, scrivendo da molto tempo sulla massoneria, nella concezione del professor Pruneti cosa ha trovato di fortemente innovativo?
La mia attenzione è stata attratta in particolare dalla relazione tra l’istituzione massonica e la società, mia materia prediletta di studio. Di autenticamente innovativo nella concezione di Pruneti ho trovato la sua capacità di attualizzare con abilità la tradizione. Il professor Pruneti non ha bisogno di scrivere la parola tradizione con la “T” maiuscola, perché la grandezza della tradizione la fa trasparire nella mente del suo lettore attraverso le sue idee. In questo credo che i più grandi innovatori siano in realtà dei riformatori che sanno abilmente rendere viva e palpabile la tradizione. È retaggio di pochi, perché bisogna conoscere profondamente la tradizione per darle veste nuova pur conservando inalterato il cuore antico.
L’Ordine Massonico Tradizionale Italiano è una comunione impostata sull’autonomia delle logge e non una obbedienza verticistica. Può precisare questa differenza ai lettori, spesso digiuni di massoneria?
Chi ha letto un po’ di storia massonica sa che il 24 giugno 1717 a Londra non nasce la massoneria, che già preesisteva con le sue logge operanti in Inghilterra e in Scozia, nasce invece una struttura burocratica, e poi politica che le conteneva, detta gran loggia. L’elemento centrale dell’istituzione massonica, pertanto, non è la gran loggia bensì la loggia. Essa è il motore di tutto: senza logge non può esserci la gran loggia ma senza gran la loggia possono esserci le logge, come l’esperienza storica ed attuale ha dimostrato. Pruneti ha riproposto negli anni duemila un’impostazione della tradizione massonica del 1717. I paragoni sono sempre azzardati ma per dare un’idea concreta il modello strutturale dell’Ordine Massonico Tradizionale Italiano lo vedo molto vicino a quello del Grande Oriente d’Italia degli anni 1945-1953, quello di Guido Lai ed Ugo Lenzi per intenderci.
Nel libro si esamina anche la funzione dei Riti. A tal proposito, lei ha pubblicato qualche mese fa un libro sul Rito Francese. Cosa ci trova di particolarmente interessante in questo sistema?
Il Rito Francese è il rito più antico della Massoneria moderna nata nel 1717, è il rito ufficiale del Grande Oriente di Francia, organizzazione di riferimento mondiale della massoneria adogmatica. Questo Rito tratta nei tre gradi dell’Ordine esclusivamente la simbologia muratoria, senza alcuna contaminazione di altre tradizioni sapienziali. È rigorosamente democratico, esprimendosi nella totale elettività delle cariche, e nella sua espressione più radicale assume anche il ruolo di luogo di formazione socio-politica, ma non partitica, per studiare problematiche e dinamiche sociali, oltre che di sviluppo personale attraverso l’analisi simbolica, se questo rientra nel progetto che la loggia si è liberamente dato.
Professor Pruneti è il primo testo da lei firmato ad avere un taglio memoriale: quale è stato il suo scopo, forse quello di lanciare un messaggio ben preciso?
Più che lanciare un messaggio ho cercato di testimoniare quel che ho vissuto e come l’ho vissuto. Ho tentato di chiarire fatti ed eventi, d’inquadrare personaggi e di palesare il mio pensiero in merito alla libera muratoria italiana.
Nel leggere la prefazione del professor Aldo Alessandro Mola, noto storico della massoneria, mi è sembrato di cogliere aspetti dissonanti rispetto al modo di pensare suo e dell’avvocato Guida: è una mia impressione?
Non è un’impressione la sua, il professor Aldo Alessandro Mola nella prefazione accenna, in nome della “piena libertà di ricerca”, al dissenso e al confronto con lo scrivente. In cosa consiste siffatto dissenso? Forse nel giudizio su taluni personaggi come Vittorio Raoul Palermi che Mola giudica, rispetto a me, in modo più positivo. Sicuramente vi è una divergenza riguardo la loggia P2 che lui non ha mai demonizzato, mentre io sì. Badi bene, concordo sul fatto che quello scandalo servì a infangare l’intera massoneria italiana che con siffatta conventicola non aveva niente da spartire, ma dissento sulla natura della P2 che, a mio giudizio, incarnava l’opposto degli ideali massonici ed era il simbolo stesso del contro-iniziatico. Vi è poi, nell’ultima parte della premessa dell’esimio studioso, “una benevola attenzione” per gli schemi massonici mono-rito. Io non considero certo i riti “una somma di elaborazioni, di leggende, un orpello”, ne ho un grande rispetto e una profonda stima, non a caso ne faccio parte. Dico semplicemente che la massoneria è una cosa, i sistemi di alti gradi un’altra e che questi non si debbano sovrapporsi all’ordine, altrimenti si rischia di impantanarsi in situazioni poco felici, come ho cercato di spiegare ampiamente nel testo dell’intervista.
Ho avuto il piacere di leggerla come narratore e poeta. Anche in questo volume mi è parso, quando parla dell’infanzia e della prima giovinezza, di cogliere qualche tratto lirico. Mi sbaglio?
Le ricordanze, come insegna Giacomo Leopardi, suscitano sempre emozioni; il rivivere il passato, il rivedere volti che non vi sono più, il ripensare a come si era, ai sogni, alle illusioni, alle attese della gioventù muove le corde più sensibili dell’animo e, in tal caso, un po’ di lirismo emerge sempre.
L’Ordine Massonico Tradizionale Italiano nasce come un progetto massonico innovativo. Come sta crescendo questa giovane “pianta” e cosa pensa che possa divenire?
Non mi piace quantificare, considero la massoneria un’associazione iniziatica e valutarla attraverso il numero degli iscritti è errato. Dato, però, che questo mi chiede le rispondo che ormai siamo tanti e che ogni giorno cresciamo, direi in modo quasi esponenziale. Pertanto, ritornando alla metafora botanica, la pianticella del 2017 è cresciuta benissimo, oltre ogni più rosea aspettativa, ormai è una grande quercia e, sono certo, che presto diventerà una foresta.
Considerando il suo passato e il suo presente così attivo e denso di avvenimenti, sarebbe favorevole a pubblicare tra qualche anno una seconda intervista più memorialistica, che si ponga come una galleria di personaggi, incontri, emozioni, scelte. Insomma un diario di viaggio alla ricerca di un’isola felice?
La vita è un viaggio che ignoriamo dove ci porti e quando finirà; siamo argonauti ogni giorno alle prese con il mare e non conosciamo quale sia l’approdo o le secche che ci attendono. Se la mia navigazione dovesse ancora continuare e mi accorgessi di avere ancora qualcosa di interessante da raccontare, potrei anche provarci.
— Francesco Guida, 65 anni, tarantino, dopo trent’anni di professione forense si dedica allo studio della storia massonica, pubblicando articoli e saggi in riviste specializzate ed opere collettanee, nonché le monografie Placido Martini. Socialista, massone, partigiano (2016), I martiri massoni delle Fosse Ardeatine (2019), Giovan Battista Gagliardo. Prete illuminista del Settecento (2020), Il Rito Francese. Una massoneria per l’uomo e la società (2021). Gestisce un blog personale di storia e critica massonica.
— Luigi Pruneti, scrittore, giornalista pubblicista e ricercatore, è autore di oltre cinquanta libri e di circa 500 fra articoli e contributi in miscellanee. È stato iniziato in massoneria nel 1974 e per 42 anni ha militato nella Gran Loggia d’Italia, dove è stato per sei anni Gran Maestro. Nel 2016 è stato fra i fondatori dell’Ordine massonico Tradizionale Italiano.
[articolo di Pierpaola Meledandri]